Russia, Cina, Unione Europea e USA sono in piena collaborazione per raggiungere un solo obbiettivo : lo sviluppo di un vaccino sicuro ed efficace. La portavoce dell ‘OMS annuncia che il vaccino sarà disponibile per tutti ma non prima di marzo 2021.
Vediamo insieme se il vaccino è davvero l’unica strada percorribile?
La ricerca italiana non è impegnata solo nella ricerca di un vaccino potenzialmente sicuro. Recentemente sulla rivista scientifica “International Journal of Molecular Sciences” viene riportato uno studio dal titolo “ Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation” condotto dalle università romane Tor Vergata e La Sapienza che mette in luce il possibile ruolo preventivo della LATTOFERRINA .
Alla base dello studio vi è stata l’osservazione di un dato oggettivo… I piccoli, pur essendo contagiati dal virus, hanno avuto sintomi decisamente più lievi degli adulti, e solo in rarissimi casi l’infezione si è aggravata. Ad attirare l’attenzione dei ricercatori il ruolo dell’immunità innata dei piccoli pazienti, più efficace nei confronti del Covid-19 rispetto agli adulti. Una proteina dell’immunità naturale, la lattoferrina, presente già nel latte materno, protegge i piccoli dalle infezioni come una rete a maglie strette, impedendo ai patogeni (virus, batteri, funghi) il passaggio nelle cellule della mucosa respiratoria e intestinale. Ebbene, le proprietà antivirali e antinfiammatorie della lattoferrina candidano questa sostanza a molecola ideale per trattare i pazienti Covid-19.
Il ruolo della lattoferrina
La lattoferrina deve il suo nome al fatto di essere presente nel latte ad una concentrazione inferiore solo alla caseina ed è presente in tutte le secrezioni umane che inumidiscono le mucose ( saliva, lacrime, secrezioni nasali, bile e fluidi pancreatici).
Dal punto di vista chimico biologico è una glicoproteina globulare ferro-trasportatrice appartenente alla famiglia delle transferrine.
La lattoferina è un importante componente del sistema di difesa aspecifico verso gli agenti esterni a livello delle superfici mucosali, nonché a livello intestinale dove nei neonati stimola lo sviluppo e la proliferazione dei bifidobatteri ( i batteri “buoni”) e interviene nell’assorbimento intestinale del ferro. Gli stimoli che determinano il rilascio nel plasma della lattoferrina, da parte dei neutrofili, sono multifattoriali e gli incrementi si verificano durante processi antinfiammatori aspecifici malattie infettive e patologie neoplastiche.
Svolge:
• Attivita antibatterica, per cui molti batteri patogeni necessitano di ferro libero per moltiplicarsi e che quindi in presenza di lattoferrina vengono inibiti o uccisi.
• Attivita antiossidante, spazia via il ferro libero e in questo modo vengono inibite le reazioni a catene dei radicali liberi basati sul ferro proteggendo le cellule dall’ossidazione
• Attività infiammatoria, la lattoferrina è in grado di attivare le cellule natural killer, di indurre la fagocitosi da parte dei macrofagi e prevenire il danno ossidativo grazie alla sua azione chelante il ferro. Essa è in grado di modulare la secrezione di citochine pro infiammatorie e modulare gli accessi del lipopolisaccaride che stimola la risposta immunitaria.
Accanto a questo studio clinico, un team coordinato da Piera Valenti, ordinario di Microbiologia dell’Università La Sapienza di Roma e membro del Comitato internazionale sulla lattoferrina, ha verificato in parallelo la qualità, la purezza e l’integrità della lattoferrina utilizzata. Ha inoltre eseguito delle prove in vitro sull’azione antivirale della lattoferrina, dimostrando come questa proteina inibisca l’infezione da Sars-CoV-2, bloccando le fasi precoci dell’interazione virus-cellula. Lo studio è stato appena pubblicato dal team dei clinici di Tor Vergata, insieme ai colleghi della Sapienza, sul ‘Journal of Molecular Sciences’.
Il lavoro ha approfondito i meccanismi d’azione della lattoferrina, suggerendo l’utilizzo di quest’ultima nel trattamento dei pazienti Covid positivi paucisintomatici e asintomatici. L’effetto della lattoferrina contro il Covid può essere considerato anche in prevenzione, come un’arma efficace nel controllo del contagio, scrivono i ricercatori in una nota. La lattoferrina è una glicoproteina capace di sottrarre il ferro non legato dai fluidi corporei e dalle aree di flogosi, con capacità due volte superiori rispetto a quella della transferrina, così da evitare il danno prodotto dai radicali tossici dell’ossigeno e diminuire la disponibilità di ioni ferrici per i microorganismi che invadono l’ospite.
E’ dotata di attività antivirale e antibatterica, è considerata uno tra i più importanti fattori dell’immunità naturale non anticorpale. E’ presente nelle mucose e nei granuli dei neutrofili insieme ad altri fattori quali il lisozima e la lattoperossidasi. I recettori specifici della lattoferrina sono presenti sulle cellule epiteliali a livello delle mucose, sui linfociti, monociti, macrofagi e piastrine. La lattoferrina inibisce sia direttamente che indirettamente i diversi virus che causano malattie nell’uomo. Inoltre aumenta la risposta immunitaria sistemica all’invasione virale.
La sperimentazione che ha previsto la somministrazione quotidiana di lattoferrina è partita su un gruppo di pazienti affetti da Coronavirus sia sintomatici che asintomatici, allo stadio iniziale della malattia. Lo scopo era verificare se i pazienti con la malattia in atto fossero in grado di accorciare i tempi di guarigione grazie alla somministrazione della proteina.
I risultati ottenuti dal trial clinico, condotto dal team di Tor Vergata, hanno dimostrato, per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento.
L’evidenza suggerisce che la mortalità per COVID-19 non è non è dovuta solo all’infezione virale ma piuttosto il risultato di un’ iper-infiammazione associata ad una sovraproduzione di alcune citochine come l’interleuchina 6, fattore di necrosi tumorale e ferritina.
A tal proposito la lattoferrina ha dimostrato di ridurre IL-6 e TNFα e di agire sulla down-regulation della ferritina. Pertanto la somministrazione di lattoferrina per uso orale può aiutare a non peggiorare l’andamento e i sintomi del SARS-CoV2. Essendo la lattoferrina non un farmaco ma un NUTRACEUTICO la sua assunzione è consigliata in tutte quelle persone che vogliono rinforzare il proprio sistema immunitario; di sicuro non è capace di sconfiggere il virus ma sicuramente rende l’ambiente “meno ospitale”.
Il problema è che essendo un derivato del LATTE può avere delle controindicazioni in chi ha delle intolleranze compravate al lattosio.